marzo

E' DI UN GIOVANE MASSESE LA CERAMICA PIÙ BELLA (il resto del carlino) E' stato assegnato a un artista di Massa Lombarda, Antonio Caranti, il primo premio del concorso 'Opera prima: ceramica' organizzato dal Comitato 'Voltana in mostra' e giunto alla terza edizione. L'iniziativa ha lo scopo di far conoscere giovani talenti residenti nella provincia di Ravenna, offrendo ai migliori un sostegno economico. La giuria, composta dall'artista Enzo Babini, dalla promotrice di iniziative culturali, Elisa Grillini e dall'esperta Roberta Ricci, ha scelto i vincitori dopo aver selezionato le 30 opere che saranno esposte al pubblico, dal 16 al 24 marzo, in occasione della 'Settimana Voltanese'. Il primo premio, di 2 milioni e 500mila lire, come detto, è andato ad Antonio Caranti di Massalombarda con l'opera 'Televisivamente'. I giudici hanno apprezzato l'opera, sia per l'originalità dell'idea , sia per la padronananza della tecnica e la capacità di utilizzare materiali diversi, come ceramica, vetro e ferro. Il secondo premio, di un milione di lire, è andato alla faentina Susanna Vassura con l'opera 'Soffio di vento'. Infine, sono stati assegnati tre premi ex aequo, di mezzo milione ciascuno, ad Alessandro Neretti, Mario Sangiorgi e Andrea Veronica Kotliarsky. L'inaugurazione della mostra e la premiazione dei vincitori avverrà sabato 16 marzo, alle 15.30, alla Delegazione comunale di Voltana. Novità di questa edizione 2002 del concorso di ceramica riguarda l'annullo postale celebrativo della Settimana Voltanese. Luigi Scardovi

L´ARTISTA DI ALBISOLA HA REALIZZATO UN CD IN CERAMICA, CUOIO E JEANS
(la stampa) Opera di Boj al vincitore dei "Giovani"
Festival, la scultura sarà consegnata dal presidente Biasotti
SANREMO Un disco in jeans, con un´Euro in ceramica e un Cd, realizzato da Valter Boj, artista di Albisola, è il premio che la Regione Liguria, sponsor ufficiale del Festival, assegnerà al cantante vincitore nella categoria "Giovani". Dopo il disco in ardesia dell´anno scorso Biasotti ha voluto puntare su un tessuto che in Liguria ha origini che si perdono nella notte dei tempi, quando le vele quadre dei bastimenti che solcavano gli oceani erano realizzate in fustagno tinto di blu, l´antesignano del jeans. Biasotti, a Sanremo con Baudo per presentare la partecipazione della Regione alla kermesse dell´Ariston, ha lanciato un appello: "Combattere la pirateria discografica e abbattere il prezzo dei compact disc, per andare incontro alle esigenze dei giovani non sempre in possesso dei quattrini per acquistare un Cd". L´artista è ospite con una sua personale alla mostra-concorso "Metti una canzone in cornice" che si è aperta ieri a Villa Ormond.g. p. m.

E DAL SANGALLOSPUNTANOANTICHE CERAMICHE
(il resto del carlino) FANO - Nell'ultimo numero di Fano Stampa, che porta in copertina la foto di un carro allegorico (strano che si sia scelto quello col pupo di Berlusconi…), c'è un servizio molto interessante. L'articolo, completo di diverse foto, rivela che negli scavi per il restauro e recupero del Bastione Sangallo (che già avevano riservato "sorprese" a livello di strutture) vi è stata un'altra scoperta: sono emersi diversi frammenti di ceramica risalenti ai secoli dal XIV in avanti. Alcuni sono frammenti di ceramica d'uso comune, altri di terracotta più lavorata, decorata ed importante. "Si tratta di ritrovamenti - è scritto su Fano Stampa - che possono riscrivere la storia dell'arte della ceramica nella nostra città e nel comprensorio che va da Urbania a Pesaro". E naturalmente possono arricchire la sezione Ceramiche del Museo Civico ove vi sono frammenti (sec. XIV-XVII) ma anche i bei vasi dell'antica farmacia dell'ospedale (1800) ed un prezioso servizio in porcellana veneziana (1782). Per la ricognizione agli scavi del Bastione Sangallo Fano Stampa si è avvalsa della competente collaborazione della ceramologa fanese Lara Campanelli.

LE LUCERNE RITORNANO ALLA LUCE
(il giorno) BIASSONO - Con o senza fiamma, le antiche lucerne continuano a portare luce e lustro sul museo civico "Carlo Verri". La presentazione del nuovo catalogo dedicato alle "rudimentali lampade ad olio" dell'età classica, avvenuta all'interno dello spazio Oberdan di Milano, ha acceso ancor più l'entusiasmo della Provincia per l'attività di conservazione e ricerca portata avanti dai volontari del Gral (Gruppo ricerche archeostoriche del Lambro). Non ha certo temuto di sbilanciarsi Angelo Cappellini, responsabile provinciale dei sistemi museali, quando ha riconosciuto nell'organizzazione degli spazi di cascina Cossa "l'esempio primo per tutte le altre 198 realtà comunali del Milanese, interessate alla valorizzazione del patrimonio storico ed artistico del territorio": gli studi compiuti sulle lucerne del "Carlo Verri", che contano circa un'ottantina di esemplari compresi fra il secondo millennio avanti Cristo ed il tardo medioevo, rappresentano una delle più ricche raccolte di infomazioni sull'argomento, mai realizzate in Lombardia. "La collezione di Biassono è di formazione recente - ha precisato Ermanno Arslan, conservatore del museo locale e curatore del catalogo - costituita da un piccolo gruppo di lucerne provenienti dal mercato antiquario palestinese, unitamente ad un altro di probabile origine tunisina. Il nucleo fondamentale fa però parte di un'antica collezione brianzola, conservata in una villa di Borgonuovo e donataci a patto di mantenere l'anonimato sul proprietario". Una mostra delle lucerne è in programma per il prossimo 13 aprile. Le lucerne possedute sono state realizzate con materiali differenti, dalla pietra al vetro, ma le più diffuse sono comunque quelle in ceramica: caratteristiche comuni, al di là della maggiore o minore cura dei particolari estetici, sono il serbatoio per il combustibile ed il lucignolo, cioè lo stoppino che assorbe l'olio e lo fa bruciare. "Indipendentemente dalla loro forma - ha aggiunto Arslan - le lucerne si proponevano sia come strumenti funzionali ed economici per l'illuminazione, e dunque diffusi sino negli strati più poveri della popolazione, sia come portatrici di messaggi politici, religiosi o ludici. Possediamo infatti esemplari che rappresentano divinità del Pantheon, animali simbolici (aquile, pavoni, a forma di testa di mucca), ma anche esplicite scene erotiche. In ogni caso, aspetti "solari" della vita". Al pari della moneta, la lucerna fu cioè un media universale per la trasmissione di significati, divenendo nel tempo una Bibbia illustrata per i poveri. di Alberto Caspani

IL MUSEO SCOPRE L'ORARIO CONTINUATO E POTENZIA I SERVIZI E LE INFORMAZIONI
(la nazione) MONTELUPO FIORENTINO - Sono stati completamente ripensati e organizzati i servizi offerti dal museo di Montelupo. Alla presenza del sindaco Marco Montagni, di Fausto Berti direttore del Museo, di Lelio Rossi capogruppo del Polo, di Costanza Borgognoni (ufficio turistico) e di Massimo Alderighi (Nautilus) è stata anche inaugurata la nuova struttura dell'ufficio turistico in via Baccio Sinibaldi. Nella ex sala "Tongiorgi" è stato collocato il reparto operativo, mentre tutte le informazioni verranno rilasciate al banco della reception, che si trova a piano terra ed è stato completamente ristrutturato. Ad accogliere i turisti ci sarà uno staff di persone specializzate nel fornire informazioni sui servizi culturali oltrechè sul territorio e la sua offerta sotto i diversi profili.Il servizio è stato affidato a una cooperativa, fra l'altro, composta esclusivamente da donne. Il direttore del museo Fausto Berti, oltre ad annunciare il nuovo orario di apertura al pubblico, che sarà dalle 10 alle 18 di ogni giorno della settimana escluso il lunedì, ha illustrato anche due nuovi settori di attività per il museo stesso e che saranno collocati in via XX Settembre: la biblioteca museale e la fototeca. La biblioteca raccoglie 2.000 titoli e libri antichi, mentre la fototeca comprende 7.260 fotografie e diapositive relative a materiale di Montelupo Fiorentino che sono presenti in altri musei (soprattutto francesi e inglesi) e foto di oggetti appartenenti a collezioni private, oltre a foto di ceramiche di Sesto Fiorentino e dell'Impruneta con cui Montelupo ha allacciato rapporti basati sulla medesima "identità storica" inerente alla produzione della ceramica. di Alessandro Sansoni

Ceramica, tutta la storia nella biblioteca
Saranno visionabili anche oltre 7mila pezzi tra foto e diapositive
L'accesso alla struttura è previsto da martedì
Centro unico in Toscana
(il tirreno) MONTELUPO. Per tutti i cultori dell'arte e della ceramica è in arrivo una novità importante nata dall'idea del Comune di Montelupo per valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città. A partire da martedì prossimo tutti gli interessati avranno a disposizione due nuovi servizi, unici nel genere in tutta l'area toscana. Si tratta della nuova biblioteca specializzata in archeologia e storia della ceramica e della fototeca con 7266 pezzi in archivio, tra foto e diapositive. Un lavoro importante che ha impegnato per mesi gli operatori della biblioteca e del museo della ceramica. La nuova biblioteca specializzata ha sede in via XX settembre nº32, a pochi passi dal museo della ceramica, e possiede oltre 1500 volumi, tra cui molti libri antichi dipinti a mano.Un patrimonio librario considerevole che comprende anche molte riviste specializzate provenienti da tutti i paesi europei. Tra le curiosità, di particolare interesse per gli studiosi e i ricercatori, alcuni manuali dei primi secoli del'900 con la storia e la riproduzione delle prime ceramiche di Montelupo. Consistente anche il contributo della fototeca che comprende, oltre alle foto delle più preziose ceramiche esistenti a Montelupo, anche diapositive di ogni dimensione della produzine esistente in tutti i musei del mondo e delle collezioni private. Insomma sicuramente un punto di riferimento importante per tutti i ricercatori della zona ma non solo. La nuova biblioteca, infatti, è unica nella nostra zona nel genere, ma anche per la quantità di materiale a disposizione degli utenti. I visitatori potranno usufruire di una sala di lettura, un servizio di catalogazione elettronico per cercare libri e riviste ma avranno anche la possibilità di accedere al prestito o vedere le diapositive della fototeca. Un centro specializzato che raccoglie anche i cataloghi delle aste di tutto il mondo. Un vero e proprio laboratorio della ceramica che permette di osservare e ricevere informazioni sull'intera produzione di Montelupo. La fototeca comprende, inoltre, le diapositive delle produzioni di terracotta dei vari centri della Toscana, nonchè la maiolica e le porcellane Ginori di tutto il mondo. Entusiasta il direttore del Museo, Fausto Berti che spiega: "La biblioteca contiene molti volumi prestigiosi e riviste specialistiche. Ha tutte le basi per diventare un punto di riferimento culturale per i ricercatori del settore". A partire dal mese prossimo la nuova biblioteca sarà anche on line. Dal sito delle biblioteche della zona sarà possibile consultare il catalogo dei manuali e delle riviste presenti. I nuovi servizi della biblioteca sono accessibili al pubblico il martedì dalle 14.30 alle 18.30 e il giovedì dalle 9 alle 12. A presentare il nuovo progetto, ieri mattina, oltre ai responsabili della biblioteca e del museo della ceramica, anche il sindaco Marco Montagni.

E L'ALBERO SI TRAMUTÒ IN CERAMICA
(il resto del carlino) Ricavare la ceramica da un albero. E' quanto sono riusciti a fare i ricercatori dell'Irtec - Cnr di Faenza, che ne hanno parlato durante la cerimonia di inaugurazione del corso di laurea in chimica dei materiali e tecnologie ceramiche, avviato nei nuovi locali appositamente realizzati all'interno della sede dello stesso Cnr, in via Granarolo. L'esperimento ha permesso di trasformare in carburo di silicio, quindi in ceramica, un campione di legno tratto dall'obice, un albero largamento utilizzato nel settore del modellismo. Secondo i ricercatori, con il materiale ottenuto si potranno costruire filtri per gas di scarico e membrane e supporti per catalizzatori per la depurazione dei fiumi inquinati. Per il direttore dell'Irtec - Cnr, Gian Nicola Babini, "si tratta di un risultato molto innovativo se pensiamo alla grande varietà di specie vegetali esistenti, dalle quali si possono ottenere strutture complesse a basso costo e con buone potenzialità di applicazione". Le nuove strutture ceramiche imitano perfettamente l'anatomia del tessuto cellulare del legno originario: gli scheletri porosi in ceramica che se ne ricavano risultano infatti identici a quelli del vegetale. Ora i tecnici dell'Irtec - Cnr continueranno la fase di sperimentazione, cercando di ampliare le conoscenze di un settore in forte espansione. Intanto sono state illustrate le finalità del corso di laurea triennale in chimica dei materiali e tecnologie ceramiche (che finora era stato un diploma universitario), decentrato a Faenza dall'università degli studi di Bologna. I dodici iscritti affronteranno una preparazione di base nel primo anno, mentre nei due anni successivi saranno chiamati a sostenere studi più specifici legati all'organizzazione aziendale, all'impiantistica industriale, alla sicurezza ambientale e sul lavoro. Verranno formati laureati in grado di rispondere alle esigenze dell'industria chimica in generale, e di quelle che si occupano di materiali ceramici in particolare. In questo senso si cercherà di rafforzare non solo il legame con le aziende faentine del settore, ma anche con quelle di Sassuolo. A tal proposito è stata instaurata una collaborazione anche con l'università di Modena e Reggio Emilia. Tiziano Zaccaria

Matelica.Presto un corso regionale Una scuola di restauro salverà i reperti archeologici
di CHIARA RICCARDI
(il messaggero)MATELICA - Presto in città un Corso regionale per operatore specializzato in restauro di manufatti d'interesse archeologico in ceramica e metalli, cioè una scuola di restauro con un percorso formativo didattico sia generale sua specialistico, con esercitazioni pratiche sui materiali di riferimento. Il corso sarà aperto - i posti sono 20 - a tutti coloro che possiedono il diploma di scuola media superiore. Il materiale archeologico recuperato a Matelica nel corso degli anni, pur essendo di notevole interesse scientifico ed artistico, è conservato in strutture non idonee, ad esempio musei - non di carattere archeologico - e relativi magazzini. Inoltre un congruo numero di reperti non sono stati restaurati proprio a causa dei lunghi tempi che il lavoro di restauro richiede e per la mancanza in zona di personale qualificato. I restauratori della Soprintendenza, già oberati dal lavoro, non riescono a far fronte a tutte le richieste, perciò ci si deve rivolgere a tecnici esterni alla struttura, spesso operanti fuori del territorio marchigiano. L'istituzione nel territorio marchigiano di una scuola di restauro consentirebbe la creazione di figure professionali che opererebbero in loco, evitando inconvenienti. Matelica, da dieci anni a questa parte, è stata oggetto di interessanti scoperte archeologiche, come la necropoli picena costituita da ben 180 sepolture risalenti al IX - III sec. a.C., e le tombe di fase orientalizzante (VIII - VI sec. a.C.) dalle imponenti strutture esterne a tumulo e ricchissime di oggetti di corredo in ambra, bronzo, avorio. Vivo interesse per la realtà archeologica matelicese è stato espresso anche a livello nazionale: sebbene solo l'uno per cento delle testimonianze emerse siano visibili, sono state esposte a Roma presso la mostra "Eroi e Regine. Piceni popolo d'Italia" per poi catturare l'attenzione della rivista "Archeo" che a novembre pubblicò in merito un inserto di diverse pagine. Alla luce di questo Matelica si candida come sede del tutto rispettabile per una scuola di restauro di tale importanza, e ciò darebbe grande impulso per l'istituzione di un museo archeologico che possa raccogliere tutte le testimonianze emerse nel territorio nel corso degli anni, oltre che per un laboratorio permanente che funga da punto di raccordo interregionale per il restauro dei beni archeologici.

RUBATE LE FORMELLE DELLA VIA CRUCIS
(il resto del carlino) Un collezionista? O un nostalgico? Chiunque sia, dietro il colpo c'è quasi certamente un mandante. Qualcuno che chissà per quale motivo s'è "innamorato" delle formelle della via Crucis della chiesa di San Cassiano. L'abbazia di Mussolini. Quella stessa che il duce fece ristrutturare durante il ventennio. Quelle formelle ora sono sparite. Rubate. Ma i firmare il colpo sono stati mani distratte: sul posto hanno dimenticato due dei quattordici quadretti che raffigurano il percorso di Gesù verso il monte Calvario. "I carabinieri han detto che potrebbe essere un furto su commissione". Parole meste quelle del parrocco di San Cassiano, don Pier Luigi Fiorini. Che deve registrare la seconda "scomparsa" in pochi mesi dalla sua chiesa: qualche tempo fa era infatti sparita misteriosamente la parte lignea del battistero. Che poi però ricomparve altrettanto misteriosamente al suo posto, restaurato. Chi fine aveva fatto? Ognuno ha avuto la versione. Ma ciò che conta è che quel pezzo ora è al suo posto. Dove non sono più invece le 12 formelle della via Crucis. "Faccio un appello ai ladri - si raccomanda don Fiorini -: restituiteci i quadri, anche perché così incompleti non ve ne fate nulla". Dipinte con colori vivaci nel 1942 dalla pittrice forlivese Giannina Nardi Spada, i quadretti - in terracotta e ceramica - non sono stati catalogati dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Il valore artistico in sè non è quindi qualificabile. Ma per i collezionisti è un dettaglio. Non conta. E nemmeno per qualche eventuale nostalgico del duce. Hanno rotto la grata della finestra che dà sulla cripta nel cuore della notte. Un gioco da ragazzi, per la banda di sconosciuti arrivati a Predappio con un solo obiettivo: la via Crucis di san Cassiano. "Nella chiesa ci sono tante altre cose, eppure loro hanno preso solo quelle", spiega il parroco. Una volta dentro, i ladri hanno lavorato in perfetta tranquillità. M alla fine forse sentono un rumore. E in tutta fretta abbandonano la chiesa con le formelle. Scordandosene due sul tavolo vicino alla cripta. Torneranno a riprendersele? ma. bur.

A Faenza le opere dal Medioevo in poi
Nel museo emiliano esemplari di Grottaglie, Laterza e Terlizzi
"Raccontiamo la Puglia con 300 pezzi d'autore"
IGNAZIO MINERVA
(la repubblica) Un frammento di Puglia è custodito nel Museo internazionale delle ceramiche a Faenza. Trecentocinquantacinque opere di diversa tipologia - albarelli, acquasantiere, mattonelle, piatti, oggetti da farmacia, targhe devozionali, figure di presepe, lucerne, scaldini, boccali e fiaschi - e provenienza: Laterza, Grottaglie, Terlizzi. Si va da pezzi di età medievale a opere in stile "compendiario" del Seicento (che valorizza il bianco con l'uso di pochi colori) alla ceramica popolare o rustica dell'Ottocento e a sculture contemporanee (tra le quali spicca la Figura d'albero di Pino Spagnulo, insignito nel 2001 del primo "Premio Faenza alla carriera"). Lo studioso Saverio Pansini, docente di storia dell'arte nelle scuole superiori, con un appassionato lavoro di ricerca durato oltre dieci anni ha analizzato le raccolte del Museo, curato l'esposizione temporanea di ottanta pezzi e realizzato un corposo catalogo dedicato alle Ceramiche pugliesi dal XVII al XX secolo (pubblicato dalla Edit).Innovativo il percorso storico proposto: l'impostazione critica del lavoro permette di rintracciare, dietro l'universo degli oggetti, l'universo degli uomini e dei loro rapporti sociali. "Nella mole di manufatti ceramici esaminati è possibile ritrovare sia il capolavoro sia opere correnti destinate al grosso pubblico", spiega Pansini. "Proprio questi dislivelli ci permettono di ricostruire una situazione polifonica, fatta di diverse capacità e gusti. Soltanto l'accostarsi di queste differenze può portare le opere a giustificarsi reciprocamente e dare un effettivo senso ai segni del passato, senza circondarli di quell'aura dell'arte che molto spesso è deleteria perché ridondante di valori indotti e mai spiegati. Attraverso le realizzazioni del sacerdoteceramografo Angelo Antonio d'Alessandro, capace di guardare direttamente a Ovidio, e le opere dell'Andriuzzo, ceramista popolare, ma capace di adoperare soluzioni non stereotipate e vivificanti delle tradizionali rappresentazioni, possiamo comprendere il gusto, la cultura, le aspirazioni di un determinato ambiente e forse intuirne le origini. Il continuo accostarsi dei vari livelli dell'arte ci offre, quindi, quasi in stratigrafia, la possibilità di leggere la storia di un determinato territorio e di svelare la complessità degli intrecci tra le varie culture".Il volume - il dodicesimo della collana Catalogo generale delle raccolte del Museo, inaugurata nel 1984 e diretta da Gian Carlo Bojani - documenta con rigore scientifico questo tesoro in ceramica, con pezzi che raggiungono quotazioni di diverse migliaia di euro. Come la fruttiera raffigurante il Mangiamaccheroni, un'interessante trasposizione dell'opera di Annibale Carracci Il mangiafagioli, realizzata tra il 1583 e il 1584 e conservata nella Galleria Colonna a Roma. "Mentre il dipinto fa scaturire il giudizio morale dall'azione vorace del mangiare - continua Pansini, che ha partecipato alla realizzazione di cataloghi scientifici delle collezioni della Pinacoteca Provinciale di Bari e del Museo "Pomarici Santomasi" di Gravina - nella fruttiera questo è esplicitato da due amorini che, armati di posate, si affrontano sospesi per aria sul cappello dell'avido signore. Lo stile e le esemplificazioni stilistiche, si vedano i putti, sono molto vicine al d'Alessandro, ma il tratto è eccessivamente rigido e le figure debordano dal cavetto, la parte concava".Degna di segnalazione - conclude - è anche la Coppa con leone fra alberi: " "Un esemplare che rappresenta uno tra i momenti più alti nella produzione settecentesca di Laterza. Tutto, anche l'eredità del secolo precedente, è qui reinterpretato in modo completamente originale. La delicatezza della mano del decoratore si può vedere nella criniera e nella coda dell'animale e nell'assetto spaziale della scena, con la zampa retrostante che passa dietro l'albero posto in primo piano".

CERAMICA
(il tirreno) CASTIGLIONCELLO. Dopo i recenti successi ottenuti nella saletta "Arte a Vada", Renza Tognotti, artista castiglioncellese, è stata chiamata ad esporre all'interno del Centro affari e convegni di Arezzo. L'inaugurazione avverrà giovedì prossimo. In questa occasione la pittrice, che tra l'altro è un'ottima ceramista, espone, oltre che dipinti ad olio su tela, acquerelli in cui la cromia, spesso vivace anche se alle volte i toni sono molto più pacati, caratterizzano in particolar modo la vegetazione prettamente mediterranea che si affaccia sul mare di Castiglioncello e dintorni. Chiaramente non mancheranno ceramiche davvero solari ove Renza Tognotti evidenzia tutta la propria maestrìa acquisita in quell'arte che si rifà anche al fuoco.

Auditorium deserto alla D'Annunzio, che domani ospita convegno sulla ceramica medioevale Gli studenti snobbano il vice-Gabibbo: a Salvi preferiscono le lezioni in aula
(il messaggero) Merita sicuramente il "tapiro d'oro" il vice-gabibbo di "Striscia la notizia", Stefano Salvi, che con il suo spettacolo "Si Salvi chi può" doveva esibirsi ieri all'Università "G.d'Annunzio" di Chieti. Il "tapiro" gli è stato assegnato dagli studenti che invece di affollare l'aula magna di Odontoiatria, come Salvi si attendeva, hanno preferito seguire le lezioni in programma, per le quali è obbligatoria la frequenza. Così davanti all'aula quasi vuota Stefano Salvi ha pensato di rinviare ad altra data lo spettacolo, sperando che al terzo appuntamento (il primo è saltato a gennaio a causa di un'abbondante nevicata), e magari con le lezioni sospese, possa aver miglior pubblico. Ma all'Università c'è un altro appuntamento importante, domani e venerdì: presso l'Auditorium del Rettorato dell'Ateneo, si terrà un convegno sul tema "La ceramica graffita tardomedievale e rinascimentale", organizzato dalla Cattedra di Archeologia medievale, diretta dalla professoressa Anna Maria Giuntella e dal Dipartimento dei Scienze dell'Antichità (Dsa). A integrazione del dibattito scientifico, dal giorno 4 marzo ha aperto una mostra, allestita nel Laboratorio del Dipartimento, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, la mostra "Medioevo sul campo. Quindici anni di ricerche della cattedra di Archeologia medievale". La mostra che chiuderà il 9 marzo, per poi essere itinerante in vari centri d'Abruzzo, è stata realizzata da un gruppo di giovani laureati e laureandi dell'ateneo dannunziano, mentre l'impianto grafico e l'allestimneto sono stati curati dalla Cooperativa "Arké" di Teramo. Rileva la professoressa Giuntella: "Dal 1987 la cattedra di Archeologia medievale svolge un'intensa attività sul campo volta ad offrire da un lato ai numerosi studenti di misurarsi e sperimentare direttamente il lavoro dell'archeologo, dal cantiere alla pubblicazione, dall'altro di approfondire ed indagare le principali problematiche della disciplina".

PER I CERAMISTI UNDER 40 PASSERELLA IN TV
(il resto del carlino) Una 'finestra' a milioni di telespettatori sarà offerta alla ceramica faentina da Rai Uno, in prima serata, sabato 30 marzo. Quel giorno la tv pubblica dedicherà all'arte dell'argilla una puntata della trasmissione 'Numero uno', presentata da Pippo Baudo, programma in cui viene messo a confronto sul proprio mestiere un gruppo di persone. La puntata del 30 marzo sarà appunto dedicata ai ceramisti: sette di loro saranno scelti attraverso due selezioni che si svolgeranno a Faenza e a Deruta. "Noi ci troveremo tra due giorni, venerdì, dalle 9 alle 18, nel Palazzo delle Esposizioni - spiega Dante Servadei, della bottega Gatti, coordinatore della selezione faentina - In quell'occasione sarà presente una commissione della Rai che selezionerà per la trasmissione alcuni fra i tredici partecipanti, sulla base non solo delle loro capacità tecniche, artistiche e professionali, ma prendendo anche in considerazione le attitudini televisive e la capacità di fare spettacolo". I concorrenti verranno sottoposti a tre prove: modellare al tornio un piatto, dipingere lo stesso piatto, realizzare una scultura. Naturalmente ci sarà un tempo limite entro il quale concludere i propri lavori. "Sono esclusi da questa trasmissione i concorrenti con oltre 40 anni - specifica Servadei - quindi abbiamo dovuto rinunciare a molti esperti tornianti faentini, rivolgendoci ai giovani e agli allievi dell'istituto d'arte Ballardini". Questi i nomi dei giovani partecipanti alla selezione faentina: Fiorenza Pancino, Marco Malavolti, Claudio Ance, Marco Tondini, Marco Gagliardi, Elvira Keller, Mattia Vernocchi, Serena Drei, Edda Tarroni, Damiano Tusillagine, Deborah Catani, Manuela Pontabry e Silvia Pedaci. t.z.

Vengono da Napoli e Vietri, sono del XVIII e XX secolo
Ceramiche in mostra
Stasera al castello l'inaugurazione
(G D M) GROTTAGLIE - Ecco in mostra la migliore produzione napoletana e vietrese di mattonelle ("riggiole") in ceramica, fabbricate tra il diciottesimo ed il ventesimo secolo, in un'esplosione di smalti e di colori. La propongono da stasera l'amministrazione comunale grottagliese e quella provinciale di Salerno attraverso il museo della ceramica grottagliese e quello di Raito di Vietri sul Mare. L'appuntamento inaugurale è alle ore 18 al museo del castello Episcopio. E questa mostra, definita «un vero evento», sarà visitabile ogni giorno sino al prossimo 31 maggio. In rassegna ci saranno oltre 200 mattonelle con disegni e cromatismi di sapore orientaleggiante, che fanno di questa mostra un'intrigante esposizione artistica di buon gusto. Ornamentale e di arredo. A presentare questo «evento» saranno la direttrice del museo grottagliese, Daniela De Vincentis, e la dirigente del settore Beni Culturali Musei e Biblioteche della provincia di Salerno, Matilde Romito. Interverranno il sindaco Raffaele Bagnardi con l'assessore comunale alla Cultura, Marisa Patruno; il sindaco di Vietri sul Mare, Cesare Marciano; il presidente della Provincia di Salerno, Alfonso Andria; l'assessore ai Beni Culturali della stessa provincia campana, Francesco Bottoni, e la direttrice del museo della ceramica di Caltagirone, Enza Cilia Platamone. «Questa mostra si colloca in un progetto teso alla diffusione ed alla valorizzazione dei beni storici della ceramica dell'Italia meridionale - afferma Daniela De Vincentis -. E in una rete progettuale vede coinvolti il museo regionale della ceramica di Caltagirone, il museo provinciale di Raito di Vietri sul Mare ed il nostro museo. Scopo fondamentale di questa rassegna è tra l'altro anche quello di illustrare la grande diffusione dei pavimenti maiolicati nel sud Italia, specialmente in area campana, e di offrire alla fruizione pubblica il repertorio tipologico della ricca collezione di «riggiole» proveniente dal museo di Vietri». «La ricca e variegata produzione di piastrelle da rivestimento campane, datate tra l'ultimo quarto del '700 ed i primi decenni del XX secolo - conclude la direttrice del museo della ceramica grottagliese -, spinge ad una riflessione e ad una comparazione storica con la produzione delle nostre «mattunelle» che, con quelle campane, sembrano condividere alcuni interessanti elementi tipologici e cromatici». Ciro Petrarulo

Due giorni di visite gratuite
nei musei di Loreto Aprutino
Sabato si inaugura anche il bookshop

(il centro quotidiano dell'abruzzo) LORETO APRUTINO. In occasione della presentazione al pubblico dei locali recentemente restaurati in via Salita San Pietro e destinati a bookshop (esposizione e vendita di libri e di cataloghi d'arte), la Fondazione dei Musei civici di Loreto Aprutino organizza visite guidate - con ingresso gratuito - presso l'Antiquarium, e il Museo delle ceramiche "Collezione Acerbo", di cui ricorrono rispettivamente il terzo e il secondo anno di anniversario dell'apertura al pubblico. L'ingresso gratuito è previsto nei giorni sabato 16 e domenica 17 marzo, dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 17,30. Per l'occasione sarà possibile anche acquistare materiale promozionale (cartoline, poster, cataloghi e videocassette), con un particolare sconto del 20 per cento sul normale prezzo di vendita. Un'occasione ghiotta quindi per chi non ha ancora avuto modo di ammirare le ceramiche della Collezione Acerbo e gli importanti reperti che vanno dal Paleolitico fino ai Vestini e al periodo medievale. Per ulteriori informazioni chiamare i numeri telefonici 085.8290213 e 085.8291589. Ma torniamo ai Musei. L'Antiquarium conserva reperti in pietra, ceramica e metallo databili dal Paleolitico al Medioevo. Di grande interesse sono i materiali provenienti dal santuario della dea Feronia, databili in epoca romana, fra i quali sono alcuni elementi architettonici e alcuni ornamenti della statua di culto; a questi vanno aggiunti i materiali altomedievali rinvenuti durante lo scavo della basilica di San Serotino. Il Museo delle ceramiche storiche abruzzesi "Collezione Acerbo", comprende ed assembla le più antiche ed importanti raccolte di maiolica abruzzese, incrementate da numerose acquisizioni e donazioni susseguitesi durante la vita del barone Giacomo Acerbo dell'Aterno. I 569 oggetti che la compongono (databili tra i primi anni del secolo XVI e la fine del XIX) documentano l'evoluzione storico-stilistica delle botteghe castellane, animate da illustri dinastie di artisti (Pompei, Grue, Gentili e Cappelletti) e maestri ceramisti, e degli altri centri di produzione da essi derivati o influenzati. Si annoverano inoltre in essa rari esemplari di vasellame da farmacia in stile compendiario, un insieme di maioliche fini "ad uso di porcellana" di spiccato gusto rocaille, e diversi manufatti di uso comune databili fino ai primi anni del ventesimo secolo. Il sindaco di Loreto, Mauro Di Zio, è alla guida della Fondazione.

FORMELLA MM
Happening raku
per gli appassionati

g.b. (la gazzetta di modena) Tornano gli "happening raku" di "Formella MM", che sono ormai una tradizione del mercoledì sera. In via Casiglie strada alta si ritrovano ormai con regolarità appassionati di ceramica, tra cui tanti tecnici e anche imprenditori del mondo della piastrella, a mangiare, bere in compagnia passando il tempo in sperimentazioni ceramiche artistiche. Il raku infatti è una tecnica che permette di lavorare rapidamente l'argilla, colorarla e poi cuocere e vedere in tempi brevi (nella stessa sera si fanno anche diverse infornate) il risultato. Gli happening di "Formella MM" hanno hanno anche un fine benefico: i pezzi realizzati vengono venduti per sostegno al terzo mondo.

CORSI DI ARTE DECORATIVA PER ADULTI
(il giorno) ARESE - Tornano a grande richiesta e dopo alcuni anni di assenza i corsi per il tempo libero di cartonaggio, ceramica, costruzione di strumenti musicali, decorazione su vetro, decoupage, doratura e pittura a olio ed acquarello, organizzati dall'assessorato allo Sport e Tempo Libero del Comune di Arese. "Una vera esigenza per gli aresini appassionati di arti decorative che si arrangiavano con mini corsi approntati nei vari colorifici della città: così la loro fantasia rimaneva purtroppo sommersa - spiega l'organizzatrice Maria Luisa Cozza -. Grazie invece a questa iniziativa si potrà mettere in luce la creatività dei cittadini. Infatti al termine dei corsi faremo anche una mostra espositiva di tutti i lavori realizzati e, verrà infine rilasciato un certificato di frequenza". I corsi creativi per adulti sono stati pensati con diversi orari: diurni e serali, per dare la possibilità anche a chi lavora di poterli seguire. Tenuti da esperte e qualificate insegnanti, daranno modo agli appassionati di tecniche decorative e creative di sviluppare al meglio le loro capacità espressive e in più saranno anche l'occasione per condividere con altri gli stessi interessi. L'inizio dei corsi è programmato per aprile, ma sono già aperte le preiscrizioni e un incontro di presentazione è previsto per sabato 23 marzo, alle 15, presso la Biblioteca Comunale in via dei Platani 6, Arese. Per informazioni e preiscrizioni rivolgersi all'Ufficio Sport e Tempo Libero in Biblioteca Comunale, tel. 02. 9358.1355, e-mail sportetempolibero@comune.arese.mi.it. E' anche possibile dare un'occhiata sul sito di Idea Onlus, http://cooperativaidea.cjb.net nella sezione novità. Monica Guerci

Passa al Comune il palazzo Chironi
Nasce il nuovo museo

(l'unione sarda) Il palazzo di piazza Su Connottu, casa natale del giurista Gianpietro Chironi, passa al Comune. È, in pratica, l'atto di nascita del nuovo Museo della ceramica che sarà realizzato dall'Isre. L'immobile era di proprietà della Asl 3, che ieri ha trasmesso al sindaco Mario Zidda il decreto con cui l'assessore regionale alla Sanità ne ha autorizzato l'alienazione.Il palazzo è stato valutato dall'Ufficio del Territorio intorno ai 400 mila euro. Prossimamente - si legge in una nota ufficiale della Asl 3 - il sindaco e il direttore generale della Asl 3 fisseranno la data per la firma dell'atto di conpravendita, consentendo così la disponibilità dell'edificio alle attività di recupero.Il palazzo Chironi è situato nel centro storico cittadino ed è composto da due unità immobiliari costruite in tempi diversi: una nei primi decenni del secolo scorso e un'altra in epoca precedente, costituendo pertanto un esempio significativo di architettura tradizionale e quindi una testimonianza storico-culturale nel contesto urbano.

AL BAKTI IN GHETTO
Le ceramiche dei Senese in mostra
Martina Calvi
(il mattino di padova) L'esposizione "Primavera" di Giorgio e Chiara Senese è un tuffo nell'arte della ceramica e nella ricerca sugli smalti. Gli artisti espongono le loro creazioni (nella foto uno dei pezzi) in una mostra che sarà presentata oggi alle 18 dalla archeologa e storica dell'arte Alessandra Possamai e resterà aperta fino al 27 aprile al Bakti di via S.Martino e Solferino 50. Giorgio e Chiara Senese, che da un ventennio operano nel campo dell'osservazione naturalistica e della sperimentazione, sono allievi del noto ceramista francese Daniel de Montmollin, dal quale hanno ripreso tecniche, suggestioni e segreti del mestiere. Alla sapiente cura nel dosaggio dei minerali, le terre di Valtellina, Valchiavenna e Altolario, con le quali si ottengono i tipici smalti Celadon, Temmoku, Gocce d'Olio, Rossi Kaki e Shino, Rossi e Blu di Ferro, Rossi di Fosforo, si abbina il gusto raffinato della composizione cromatica. Le forme in grès e porcellana, modellate a mano sul tornio e abilmente rivestite con smalti naturali, sono portate ad una temperatura di di 1300 gradi in atmosfera ossidante, riducente o ossido-riducente, per ottenere creazioni dai caldi effetti cromatici, come i caratteristici smalti dalle preziose venature colorate. Fedelissimi al principio di Daniel de Montmollin secondo cui "E' dalla natura che il ceramista riceve le sue materie prime e le leggi che presiedono alla loro metamorfosi", Paolo e Chiara stanno esplorando anche l'universo delle ceneri vegetali, come quelle di lavanda, fieno, larice e felce, per identificarne i componenti naturali in modo da trasformarli in smalti capaci di esaltare le peculiarità di ciascuna specie botanica. La mostra è visitabile da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 (049.876 4413).

L´OPERA DOCUMENTA LA DEVOZIONE ALLA MADONNA E L´ECCELLENZA DELL´ARTE CERAMICA LOCALE
Riportata a Savona preziosa maiolica del `700 Grazie all´intervento della "Fondazione Carisa" che ne ha deliberato l´acquisto

SAVONA (la stampa) Per una felice coincidenza, in questi giorni di preparazione alla festività dell´Apparizione, la Fondazione Carisa, presieduta da Luciano Pasquale, ha deliberato l´acquisto di un importante manufatto che documenta questa particolare devozione e l´eccellenza dell´arte ceramica savonese. E´ una maiolica settecentesca dalle eleganti forme barocche, alta circa mezzo metro, costituita da una larga base e da un´alzata dove, entro una cornice ovale, è raffigurata la Madonna di Savona. Il pezzo faceva parte della raccolta di Nino Ferrari, la più importante delle collezioni storiche di ceramica savonese, quando venne selezionato per la prestigiosa mostra sull´antica maiolica ligure, ordinata nel 1939 nel Palazzo Reale di Genova. Poi se ne erano perse le tracce. Di recente, però, uno studioso savonese, grazie anche a una vecchia fotografia, è riuscito a individuare questo piccolo monumento ceramico, attribuibile all´ingegno del pittore savonese Gio Agostino Ratti (1699-1775) sia per il disegno dell´insieme e della lastra d´argento con la scritta "Ave Maria, Gratia Plena" e sia per l´esecuzione degli ornati e della raffigurazione della Vergine. Lo studioso ha segnalato il fatto alla Fondazione De Mari della Carisa che ha deciso senza indugi l´acquisto dell´opera, riportandola così a Savona. Con tale acquisto la Fondazione Carisa dimostra il meritorio intendimento di documentare e valorizzare quell´attività economica e artistica del territorio savonese maggiormente conosciuta nel mondo e che riflette meglio d´ogni altra l´identità storica della città. i. p.

Mastro Giorgio svelerài suoi segreti
(la nazione) GUBBIO - Scoprire il segreto di Mastro Giorgio Andreoli (l465 - l552), l'insuperato maestro del riverbero che ha dato fama mondiale alla ceramica eugubina e, insieme, individuare la provenienza dell'argilla utilizzata per realizzare le famose maioliche, vanto di collezioni pubbliche e private in Italia ed all'estero. E' questo l'obiettivo prioritario dell'accordo tra il Comune di Gubbio ed il CNR, illustrato presso la "sala delle colonne" dell'ex seminario di Piazza Bosone presenti il Sindaco Orfeo Goracci, la vice sindaco Palmira Barchetta, il prof. Sesto Viticoli del Centro Nazionale delle Ricerche, la ricercatrice eugubina Giuseppina Padeletti, l'ing. Renato De Silva della ditta che ha messo a disposizione risorse tecnologiche all'avanguardia. Obiettivi non secondari, come ha dichiarato il Sindaco, quelli di garantire "una spinta alla cooperazione ed alla rivitalizzazione anche economica di un settore importante dell'artigianato".

Gioielli artistici realizzati in ceramica Mirta Morigi espone a Vietri sul Mare animali smaltati, anfore e piatti di Mario Maiorino
(il centro) A Vietri sul Mare, in fatto di ceramica, ormai si è aperti a una nuova cultura di origine e applicazioni più che novecentesche, quali già da tempo si è avuto ad Albisola o a Faenza, a Grottaglie, o a Caltagirone, e in altri paesi mediterranei A Marina, su questa spinta, è la galleria d'arte Keramos, la quale, nelle sue raffinate scelte d'esposizione, abbina e alterna pezzi di autori locali con altri di quelli di ambienti diversi dotati di altre espressioni, con dissimili soffi di vita. In questi momenti, nell'insieme di questi confronti, è una sintetica personale dell'artista faentina Mirta Morigi che a Londra ha già ottenuta una notevole affermazione, di cui hanno detto riviste specializzate, oltre i quotidiani, per la qualità delle sue opere. Compresa in un fascino di notevole vivacità coloristica, di smalti e di propositività interpretative, in essa sono passaggi inconsueti alla visione più comune, non solo per la realizzazione di valenze di plasticità e decoratività, ma anche per una forza cui è legata, come nel gruppo di ceramiche dedicate al camaleonte, animale mimetico per difendersi e offendere, trasformando di continuo il colore della pelle sua propria. Qui l'espressività della Morigi gioca su diversi elementi: degli smalti che ognora cambiano; della vivacità delle forme e dei colori; e della chiarezza in forma scultorea che in un solido vellutato rende sostanziale decoratività. Ma qui si manifesta anche la sapienza dell'artista che tratta l'oggetto come gioiello. Il camaleonte che ella unisce alle giare come anse in un decoro plastico con lucentissimo colore; o l'animale che si aggrappa a un'anfora o a un piatto, sono sculture bene evidenziate, si direbbe cesellate, quantunque in ceramica non può esistere cesello, ma solo ricamo, cosa su cui ella si adagia. Il pregio della Morigi sta in questo connubio con le varianti coloristiche dell'animale che passano dai gialli ai verdi, ai rossi infuocati, ai celesti assunti in qualità di appoggi tonali; per cui la proposta dell'oggetto con questa tendenza gioiellistica si sposta su creazioni che si affiancano a quella dell'oro e dell'argento per armonia e piacevolezza. (Nella fotografia un oggetto realizzato da Mirta Morigi).


Muove i primi passi decisi l'associazione fra gli artisti locali della ceramica
(la nazione) GUALDO — E' decisamente ricco il programma di attività predisposto dall'Agac, la nuova associazione che riunisce i gualdesi che siano artisti produttori di ceramica tradizionale a lustro: si prevedono uscite e mostre sul territorio locale e regionale, ma anche a livello nazionale. Il tutto per promuovere e far conoscere le pregevoli ceramiche che, nelle ultime manifestazioni in varie città d'Italia, hanno ovunque ottenuto un grande successo. Il progetto di massima prevede l'esposizione di prodotti gualdesi alla prima edizione della Mostra delle ceramiche artistiche tradizionali del Centro Italia, che si svolgerà a Cortona a fine aprile: con un confronto arduo con pezzi pregiati prodotti a Deruta, Orvieto, Montelupo Fiorentino, Faenza, Gubbio. A luglio si partecipa alla mostra dell'artigianato di Senigallia; quindi, su invito del Comune di Sirolo, ci sarà una mostra esclusiva della ceramiche gualdesi. Ad agosto verrà riproposta la Festa del Lustro nella piazza dei Martiri a Gualdo, con alcune novità: quest'anno verranno abbinati il Primo campionato gualdese dei tornianti ed un Concorso fotografico. Il presidente dell'Agac, Mauro Mordenti, affiancato da altri 12 soci fondatori, tra cui veri e riconosciuti maestri dell'arte del fuoco, invita i gualdesi a dare contributi di partecipazione e di idee per valorizzare sempre di più la ceramica e la cultura locali. In tale contesto il Comune da tempo opera per la tutela della produzione tipica, al di là di recenti polemiche connesse a notizie eugubine sulla possibilità di brevettare la tecnica utilizzata da Mastrogiorgio. A.C.

Nove, laboratorio mondiale della ceramica
(il gazzettino) Nove Un concorso internazionale della ceramica per consacrare in tutto il mondo il ruolo di Nove, piccola cittadina in provincia di Vicenza, dalla grande fama artistica di "terra di ceramica", grazie al genio di dinastie di ceramisti operose fin dal lontano Seicento. Il Comune di Nove, in collaborazione con la camera di commercio I.A.A. di Vicenza, ha promosso la seconda edizione del concorso internazionale "Nove Terra di Ceramica" manifestazione che si pone alcuni obiettivi: ricercare oggetti in ceramica che possano essere concretamente realizzati e riprodotti da aziende ceramiche del comprensorio Novese; sviluppare la ricerca ed il confronto a livello Internazionale; promuovere la ceramica attraverso degli studi di ricerca e sperimentazione sulla forma e sui materiali. L'amministrazione comunale auspica che il concorso possa diventare un laboratorio di proposte legate non solo alla tradizione della ceramica in genere, ma che sia anche un momento propulsivo di idee da proporre sul mercato nazionale ed internazionale. Il tema previsto per questa seconda edizione è "Un Contenitore Zoomorfo". È richiesta la progettazione e la realizzazione di oggetti (contenitori, accessori, servizi ecc.) che siano espressione di originalità ed innovazione, fabbricabili industrialmente o artigianalmente con sistemi attualmente in uso. Più di 430 sono state le iscrizioni alla seconda edizione del Concorso Internazionale "Nove Terra di Ceramica" arrivate nei giorni scorsi da ben quindici nazioni diverse. Entro le ore 18 di lunedì 13 maggio prossimo, il materiale oggetto di concorso, dovrà pervenire al Museo della Ceramica di Nove di Piazza Giuseppe De Fabris. Da quel giorno le opere in concorso, verranno valutate da una giuria di esperti che individueranno i progetti più meritevoli. I vincitori verranno resi noti nella cerimonia di premiazione che si terrà sabato 14 Settembre al museo della ceramica di Nove. Alessandro Carraro

Ceramica, eugubini nel mirino
di RICCARDO SERRONI
(il messaggero) GUALDO TADINO - Un nuovo fronte dell'eterna guerra tra Gubbio e Gualdo si è aperto sul settore della ceramica, vale a dire sul Dna d'identità delle due città. La notizia che il Comune di Gubbio ha intenzione di brevettare la tecnica di Mastrogiorgio per le proprie produzioni ceramiche a riflesso ha fatto saltare sulla seggiola gli amministratori e gli operatori gualdesi. La ceramica a riflesso è un patrimonio riconosciuto anche agli operatori della ceramica artistica di Gualdo Tadino. Ed è un patrimonio che affonda le sue radici nella prima metà del '500, dalla stessa stirpe del Mastro Giorgio eugubino. Mastro Giorgio Andreoli, il capostipite della ceramica con riflessi metallici, nacque infatti ad Intra (tra il 1465 ed il 1470) e morì a Gubbio verso il 1553. Le sue tracce si ritrovano, oltre che a Gubbio, a Pesaro, a Deruta ed a Gualdo. Secondo alcuni storici fu il suo secondogenito Mastro Cencio ad introdurre a Gualdo Tadino l'arte della metallizzazione della ceramica. Non stupisce che Gualdo faccia valere le sue ragioni: "La legge 188/90 - dice l'assessore Emanuele Mencarelli - tutela la produzione dei centri di antica tradizione ceramica: sono 28 città in Italia e Gualdo è tra esse. E' attiva da tempo una commissione di esperti per un disciplinare del marchio Doc, riconsciuto dal Ministero dell'Industria. Il marchio Doc che verrà apposto sulle ceramiche di Gualdo tutela la produzione gualdese, compresa quella a lustro oro e rubino, a riflesso".

Lo Zen e l'arte della ceramica
Malegno espone le creazioni dell'artista Nadia Gozzi
(bresciaoggi) Una mostra dedicata ai vari momenti della vita delle donne. È questo il tema scelto da Nadia Gozzi per l'iniziativa ospitata dal museo "Le Fudine" di Malegno. La mostra, patrocinata dall'assessorato alla Cultura del Comune, sarà inaugurata sabato alle 17.30 e resterà aperta fino a domenica 31 marzo con i seguenti orari per il pubblico: nel fine settimana la mostra sarà visitabile dalle 16 alle 21, negli altri giorni dalle 18 alle 21. La giovane artista di Anfurro, frazione di Angolo Terme, esporrà una serie di sculture dedicate alla donna, in ceramica raku, un'antica arte di origine giapponese. Le sculture in terracotta refrattaria, nel laboratorio di Anfurro, vengono cotte una prima volta in un forno elettrico a 1000°, quindi smaltate con ossidi e smalti particolari, poi cotte nuovamente a temperature elevate in un forno apposito. Le ceramiche incandescenti sono gettate prima nella segatura e poi nell'acqua, per ottenere figure con note cromatiche sempre diverse e imprevedibili, secondo lo spirito degli artisti orientali. L'artista camuna Nadia Gozzi, diplomata all'Accademia delle Belle Arti di Brera, ha affinato negli anni questa originale tecnica, apprezzata nelle varie mostre personali allestite in Valle Camonica. Dall'esordio nel '96 nella collettiva realizzata a Cevo, Nadia Gozzi ha proposto le proprie sculture a Edolo, Angolo Terme, Malonno, Pisogne ed Esine ed è stata protagonista nelle mostre mercato di Pescarzo di Capo di Ponte e Bienno. Questa nuova mostra offre una nuova, importante occasione di apprezzare la sua arte. Giuliano Ganassi

CERAMICA D'ARTE, IL PREMIO RADDOPPIA LA POSTA
(il resto del carlino) Alla fine del 2001 si è conclusa la 52ª edizione del Concorso internazionale della ceramica d'arte contemporanea, e già si è messa in moto la macchina organizzativa per la prossima che si svolgerà dal 24 maggio al 31 dicembre 2003. Il Premio Faenza è unanimemente riconosciuto come il miglior strumento di promozione del Museo e della città nell'ambito ceramico mondiale. Basti pensare che, nel 2001, furono ben 964 gli artisti, in rappresentanza di 59 nazioni che si candidarono con 2285 opere. A laureare il successore dell'argentina Ana Cecilia Hillar, che ottenne il Premio 2001 con l'opera 'Sombra del viento' sarà una selezione che prenderà in esame le domande di partecipazione, da presentare entro il 13 luglio 2002. Per informare gli artisti, l'ufficio mostre del Museo delle Ceramiche, ha completato un imponente lavoro di spedizione del bando di concorso. Sono state infatti inviate in tutto il mondo circa 8600 copie del regolamento: oltre che a ceramisti (quasi 7000) anche a gallerie e musei, istituti e accademie d'arte, rappresentanze diplomatiche, associazioni, stampa specializzata. Circa 2000 sono i regolamenti spediti ad artisti italiani. Ogni concorrente potrà presentare un massimo di tre opere tramite invio di diapositive; una giuria internazionale provvederà alla selezione delle diapositive, decidendo sull'ammissione delle opere al Concorso. Solo gli artisti ammessi dovranno inviare le opere che saranno esposte in mostra al museo, entro il 18 gennaio 2003. Significativa novità è l'aumento del maggiore riconoscimento del Concorso, il Premio Faenza, che viene portato a 26mila euro, circa 50 milioni di lire, a fronte dei 25 milioni di lire che sono stati assegnati fino al 2001. Il premio viene erogato dalla Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza. L'opera vincitrice sarà acquisita, come da tradizione, per le collezioni del Museo. All'esposizione delle opere selezionate all'edizione 2003, si affiancherà anche la personale su cui sta lavorando Ana Cecilia Hillar, dopo la borsa di studio conferitagli con il premio. E' possibile consultare e scaricare il bando di concorso, in lingua italiana ed inglese, e prelevare la relativa domanda di partecipazione al sito internet del Museo: www.micfaenza.org

Nove. 40 artisti alla mostra dell'"Uovo in ceramica"
(il gazzettino) Nove (A.C.) L'Associazione "Nove terra di ceramica", col patrocinio del Comune e della Pro ha organizzato anche quest'anno la Mostra dell'uovo in ceramica. L'iniziativa giunta alla sua 4. edizione vede iscritti una quarantina di partecipanti. E' da rilevare invece la provenienza non solo nostrana dei pezzi esposti: infatti grazie all'appoggio del Museo della Ceramica, l'invito a partecipare alla rassegna è stato allargato a diverse persone da tutta Italia; alcune di queste hanno raccolto l'occasione spedendo il loro uovo fin qui a Nove o addirittura sono venuti fin qui per decorarlo. Una menzione anche per alcuni studenti dell'Accademia Cignaroli di Verona che, grazie all'interessamento della dott. Katia Brugnolo, direttore del Museo della Ceramica, si sono cimentati nella decorazione di alcune uova biscotte. "La collaborazione tra l'Associazione ed il Museo spiega Marco Maria Polloniato del Museo della Ceramica - è indice di come si senta vivo il compito di valorizzare, anche con il volontariato, un ente civico che è perla delle produzioni storiche novesi". "Una delle ultime iniziative promosse riferisce Polloniato - è stata quella di offrire ad ogni partecipante al Concorso internazionale della Ceramica 2002, una tessera dell'associazione stessa, tessera che permette l'ingresso gratuito al Museo per tutto l'anno in corso". L'esposizione delle "Unova in ceramica" verrà inaugurata domani alle 11.30 in sala De Fabris; resterà aperta poi fino al 7 aprile con orario feriale 15.30-19.00, festivo 9.00-12.00 e 15.30-19.00; chiuso il lunedì.

Dal Giappone in Valnerina, le sculture in ceramica di Kohei Ota saranno esposte nella sale del museo del castello medievale di CRISTIANO NATILI
(il messaggero) ARRONE - L'arte contemporanea di uno dei più grandi scultori viventi del Giappone arriva ad Arrone. Dal 23 marzo al 7 aprile, Kohei Ota esporrà le sue opere nelle sale museali del Castello medievale, nei locali del centro convegni, della chiesa di San Giovanni e della Torre. Realizzazioni in ceramica di altissimo pregio ottenute utilizzando la tecnica "Raku", un particolare metodo di cottura della materia che le permette di assumere un aspetto simile a quello del rame. La mostra, organizzata dal Comitato del Castello, rientra nella rassegna "La Terra e l'arte" e si intitola "Tracce 2002". Le tracce che l'artista ha lasciato nel suo percorso formativo, nella sua carriera ormai più che trentennale, "ricordi di momenti passati, felici e non -dice Ota- vaghe sensazioni che riemergono con un sottile strato di luce dall'oscurità". La particolarità delle otto opere che verranno esposte ad Arrone sta nell'elemento comune che le unisce tutte: un elemento centrale che fa pensare ad una colonna, come simbolo del nesso tra la terra e il cielo, della volontà dell'uomo di guardare in alto, al futuro, al miglioramento della sua esistenza, come simbolo del tentativo dell'artista di passare dal campo fisico a quello metafisico. "Lo scopo principale della mia ricerca artistica -scrive Ota- è riportare alla giusta misura l'esistenza attualmente negativa, proveniente dallo squilibrio, dalla disarmonia, dall'instabilità del rapporto tra uomo e natura". Kohei Ota, giapponese di Kyoto da molto tempo residente in provincia di Arezzo (a Cortona per la precisione) dopo la laurea conseguita all'Università Kinki di Osaka intorno alla metà degli anni sessanta, ha da subito iniziato a collaborare con i principali maestri ceramisti del continente asiatico.

GUBBIO, SCOPERTA FORNACE DEL RINASCIMENTO (la nazione) GUBBIO - Recenti indagini di scavo condotte dalla Soprintendenza per i beni archeologici umbri hanno portato alla scoperta di un imponente impianto di fornaci che si estende su una superficie di 18 metri per 14 nel tratto tra Padule e Branca. L'intervento, che è stato finanziato dall'Anas, si è reso necessario dopo rinvenimenti fortuiti, seguiti a lavori stradali, che avevano messo in luce strutture murarie e una vasta area di frammenti fittili. Sono riemerse camere di cottura rettangolari e in mattoni. Al loro interno si sono conservati i muretti di sostegno del piano di cottura, modellati ad arco. Nella zona centrale del fabbricato altri due ambienti, forse deposito e stoccaggio dei prodotti dell'officina che va probabilmente identificata come impianto di lavorazione di materiali edili in particolare di coppi e mattoni. Per quanto riguarda la cronologia sia i riscontri strutturali che l'esclusivo rinvenimento di ceramiche postclassiche (maioliche e invetriate) portano a una datazione tra il Quattro e il Cinquecento. Un'attestazione, dunque, della fiorente attività ceramica eugubina in periodo rinascimentale.

A Vietri le opere di Carrera Mostra retrospettiva con vasi di ceramica d'autore
di Mario Maiorino
La ricerca continua di forme sempre diverse è nell'impegno di ogni vasaio che porti in sé l'anima della vita della ceramica che scorre veloce come il tempo della stagione e della luce; della stessa quotidianità dell'uomo che a contatto con la creta non fa altro che meditarne un risultato che ne dia un valore Tutto questo si può affermare osservando la mostra retrospettiva, curata da Vito Pinto con un affettuoso pensiero di Salvatore Autuori e una testimonianza di Ernesto Cappellini, del ceramista vietrese Carmine Carrera (1933 - 1994), allestita con gusto scenografico da Armando Potenza e Enzo Totaro negli spazi espositivi della Ceramica Vietri Mare, già Vetreria Ricciardi, ricca di immensi locali, ora dei Solimena. Per questo vasaio di stirpe antica, discendente da vasai anch'essi, il nonno Carmine, il padre Francesco, lo zio Gaetano, è da notare che con lui siamo in presenza di un abilissimo torniante che al banco di lavoro ha aggiunto un'intelligenza e una capacità infinita, senza pari. E' un pensiero, questo, che si accompagna al ricordo dei vasai greci, inconfondibili nel creare serene forme mitologiche: figure mai eguali, eppure apparentemente simili, sussurranti bellezze d'argilla, costruite di volta in volta col compiacimento del fare e del divenire. ma una vitalità tutta propria esiste in questo vasaio Carrera; una vitalità dell'essere tramandato e proiettato dal tempo dei tempi a rivedere figure che hanno segnato motivi ripresi e ricreate con umori ellenici pure da Campigli, e con suggestive modulazioni da Picasso. Forse Carrera non aveva mai guardato tali personaggi della vita e della storia; o, tuttavia, non ne aveva mai inteso riportarne o spirito riflesso nella modernità; o, ancora, a non fermarsi qui, bensì a quegli aspetti immaginativi della contemporaneità che han dato la visione di tante donne, e uomini, che hanno abitato la vita, da lui utilizzati con sembianze sinuose, allungate, gonfiate, contorte, affinate, col riporto dell'argilla - tempo in solida continuità e piena musicalità. Tutto questo dicono i lavori, tanto simili, e mai eguali, di Carrera, le cui effigie si possono contare a centinaia, da altri poi ripetute, vasi decorativi o d'arredamento, anche antropomorfe, da credersi anche votive, alla pari di quelle del domestico focolare. La mostra ''La ricerca della forma'' potrà essere visitata fino al 18 aprile presso gli spazi espositivi della ceramica Vietri Mare in via 25 luglio a Vietri sul Mare, secondo il seguente orario: dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 20, chiusura il lunedì.

Aveva 64 anni, era anche insegnante
E' morto il pittore e ceramistanovese Adriano Boccaletti

d.f.
(la gazzetta di mantova) NOVI (MO). È deceduto lunedì pomeriggio all'ospedale di Carpi, il noto pittore e ceramista Adriano Boccaletti, aveva 64 anni e viveva a Novi con la moglie e i figli in via Ponte Catena. La salma giungerà nella chiesa del paese domani alle 15 per poi essere cremata in provincia di Reggio Emilia. Molto conosciuto e stimato, in particolare nella provincia di Modena, Adriano Boccaletti lascia una grande eredità, quella di un artista che conosce e continua a voler conoscere l'uomo e la sua realtà, attraverso la rappresentazione artistica fatta di sensibilità, talento, tecnica ed esperienza. "L'arte è un travaglio continuo e deve nutrirsi di esperienze diverse" si legge nel catalogo di una mostra recente. Un curriculum di tutto rispetto quello di Boccaletti. Diplomato in decorazione pittorica all'Istituto d'Arte Venturi; insegnante di Educazione Artistica alle Scuole elementari e medie, ha partecipato a numerosi concorsi di pittura estemporanea. Significativa è poi l'esperienza che ebbe nel 1984, nel campo della ceramica, presso il centro di Ceramica sperimentale di Kecskemet.

E' UN'INFERMERIA PER CERAMICHE DI PREGIO
(il resto del carlino) E' un centro specialistico di valore, punto di riferimento nazionale per il restauro dei materiali ceramici. E' la sezione Liverani del Museo, più nota semplicemente come laboratorio di restauro. Vi lavorano sei restauratrici, coordinate dal 1999 da Anna Maria Lega. Organizzato negli anni '80, sviluppando le attività intraprese nell'istituto 'Ballardini' dove si è formato il gruppo di addetti, si occupa esclusivamente del restauro di tutti i materiali ceramici. Spetta agli addetti del laboratorio il compito di conservare e gestire le prestigiose collezioni del Mic e la relativa documentazione: non solo di quanto è esposto nelle sale, ma anche di ciò che è conservato nei depositi. Un luogo, questo, che non è inaccessibile come si potrebbe pensare, ma sempre a disposizione di cultori della materia, studenti, artigiani, che per motivi di studio e ricerca, possono essere autorizzati a vedere da vicino le opere conservate. Gli addetti del laboratorio devono garantire le condizioni di buona conservazione delle opere presenti nelle sale del Museo e nei depositi, attraverso una verifica della idoneità delle condizioni ambientali (temperatura, umidità) e con interventi per bloccare eventuali fenomeni di degrado. Il laboratorio esegue anche restauri su commissione, per altri musei e privati. Tra gli ultimi lavori per committenti esterni, da segnalare quelli svolti per i Musei civici di Fano, in due lotti, e il restauro di un corredo in porcellana (dell'800) della farmacia Giuseppucci di Fabriano, per una collezione privata. Per il 2002, il laboratorio ultimerà il restauro delle formelle della chiesa della Commenda. Alcuni interventi si renderanno necessari sulla statuaria del 'presepe Zucchini' di Romolo Liverani, mentre il restauro delle scenografie sarà svolto da laboratori specialisti nel restauro della carta, con finanziamento dell'Istituto per i Beni culturali. Si sta anche revisionando la collezione Mereghi, intervenendo in alcuni casi con nuovi restauri, in previsione della riesposizione a breve. Personale del laboratorio dovrà inoltre recarsi in Giappone per le ultime due tappe della mostra itinerante 'Maioliche dal Trecento al Seicento'. Il Laboratorio ha anche in programma giornate di studio e corsi di aggiornamento per operatori sul restauro della ceramica. Nel 2002 è in calendario un corso dedicato alla 'Diagnostica per la conservazione ed il restauro della ceramica'. Parteciperà anche al Salone del restauro a Ferrara, in programma dal 4 al 7 aprile. In generale, la sezione Liverani si occupa della gestione delle circa quarantamila ceramiche del Museo e della documentazione (schede e foto). Per quest'ultimo aspetto, un grosso risultato è stato raggiunto grazie all'informatizzazione del catalogo delle raccolte cioè di schede e immagini del patrimonio del Mic. E' ormai ultimata l'informatizzazione delle schede, ancora qualche anno sarà necessario per il catalogo immagini formato digitale.

Mostra di due ceramisti cuneesi esalta la capacità professionale
(la stampa) Sarà inaugurato oggi, alle 17,30 nella sala «C» del Centro Incontri della Provincia in corso Dante a Cuneo, il primo di una serie di eventi culturali che compongono la rassegna «Incontri d'arte», organizzata dell'Amministrazione provinciale. Si comincia con una mostra collettiva di cui sono protagonisti due artigiani cuneesi, Guido Vigna e Michelangelo Tallone, esperti ceramisti, ai quali di recente la Regione insieme a Confartigianato Cuneo ha conferito il riconoscimento di «Eccellenza artigiana», sottolineandone l'abilità professionale e le doti artistiche di indubbio pregio. «Con questa iniziativa - spiega Giovanni Quaglia, presidente della Provincia - cerchiamo di diffondere verso un pubblico più vasto il concetto di fare cultura. Le sale della Provincia non devono essere soltanto sede di convegni e conferenze, ma un luogo aperto e ospitale, nel quale si favorisce l'incontro della gente con l'arte». «Vogliamo puntare su una maggiore interazione culturale - prosegue Antonio Degiacomi, assessore provinciale alla Cultura - creando momenti di confronto tra artisti e cittadini, nei quali scambi di idee ed informazioni riescano a suscitare più attenzione verso gli aspetti artistico-culturali della nostra società». Nella mostra, visitabile fino al 17 aprile, oltre ad opere di foggia più tradizionale, saranno esposti lavori realizzati con materiali e tecniche rare. Guido Vigna proporrà l'esotico raku, una ceramica di origine orientale che, attraverso sistemi di cottura particolari offre un risultato finale di sicuro effetto estetico ed artisti. Michelangelo Tallone offrirà alcuni esempi di «bucchero», una antichissima tecnica risalente all´epoca etrusca, grazie alla quale l'argilla, sottoposta a temperature di circa 900 gradi e avvolta da una combustione lignea, assume una colorazione particolare che va dal nero uniforme opaco all'argentato. «Artigianato e arte - spiega Sebastiano Dutto, presidente dell´Associazione provinciale artigiani - rappresentano due percorsi che, in alcuni settori della nostra categoria, spesso si fondono con ottimi risultati. L'attività dei ceramisti sta vivendo un momento positivo sia dal punto di vista creativo che di immagine. Basti pensare al recente successo della mostra `´Frammenti d'India´´ organizzata sempre a Cuneo dalla nostra associazione, alla quale ora va ad aggiungersi questo nuovo appuntamento, a dimostrazione di una crescente attenzione da parte delle Istituzioni verso l'artigianato artistico». A Guido Vigna e Michelangelo Tallone è stata dedicata anche un pubblicazione dell´Amministrazione provinciale di Cuneo.

L'IDEA DI FRANCINE FADIGATI HA BISOGNO DI FONDI PER ESSERE REALIZZATA "Un Museo della ceramica attirerebbe più turisti"
(il gazzettino) Este Dare vita a un Museo della ceramica, centro di esposizione didattica e storica, che svolga attività commerciale ma anche di documentazione, arricchito da attività di laboratori aperti ai visitatori e in particolare ai bambini. È più di un'idea quella elaborata da Francine Fadigati, dal momento che il progetto è stato premiato l'anno scorso dalla Camera di Commercio di Padova nel "Progetto Artemis" come migliore idea d'impresa al femminile. Il progetto di Francine Fadigati nasce dalla volontà di mettere assieme tanti indizi che fanno di Este la città ideale per lanciare in maniera nuova e moderna il prodotto ceramica: qui ci sono un glorioso passato ed un solido presente che possono proiettarsi in un futuro ricco di opportunità.Il binomio Este-ceramica affonda le sue origini migliaia di anni fa, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. La riscoperta della ceramica come caratteristica e risorsa della città ha trovato riscontro con la mostra "Ceramica al centro" presentata a Este la scorsa estate e recentemente ospitata anche nei saloni della Banca d'Italia a Padova.La ceramica può essere sfruttata non solo sul piano commerciale, come anche come opportunità turistica in quel "turismo minore" da week-end nel quale Este può entrare a pieno diritto. "Abbiamo da un lato la disponibilità di una grande quantità di vecchi attrezzi, pezzi storici e stampi antichi, come quelli del Franchini che hanno ormai più di 200 anni -spiega la Fadigati con entusiasmo- dall'altro lato, abbiamo già uno spazio ideale e suggestivo per ospitare un museo, a due passi dal centro, dietro al Duomo: preso il ponte della Girometta, dove nel '700 sorgeva la manifattura Brunello ed oggi opera la Este Ceramiche e Porcellane, c'è il vecchio laboratorio, appoggiato alle antiche mura della città e lambito dal canale Bisatto che dava la forza motrice per i vecchi torni".Il problema della Fadigati è quello di trovare i finanziamenti per dare corpo alla sua idea, bussando alle porte dei vari enti locali: "Con cifre assai limitate potremmo dare a Este un ulteriore spunto per richiamare il turismo". Riccardo Piva

Nove. In giuria un'esperta dagli Usa "Concorso ceramica" In gara anche artisti della Nuova Zelanda di Riccardo Bonato
(il giornale di vicenza) Addirittura un'esperta che arriverà dagli Stati Uniti per giudicare le opere della seconda edizione del "Concorso internazionale della ceramica" di Nove. È questa la novità dopo la nomina della commissione giudicatrice delle opere che parteciperanno a questo quadriennale appuntamento con l'arte ceramica. L'assessore alla cultura, Diego Morlin, ha fatto i nomi dei componenti della importante giuria, che avrà il compito di esaminare nel prossimo mese di giugno le opere ceramiche concorrenti, che arriveranno da tutto il mondo. Dagli Usa arriverà Susan Gravely, presidente della "Vietri Inc" molto esperta nel campo della ceramica. "È una personalità non indifferente in America, insegna anche all'università, è profonda conoscitrice di Nove, ha avuto rapporti commerciali con molte delle nostre aziende e conosce anche altre produzioni ceramiche italiane - spiega Diego Morlin - Susan Gravely è alla testa di una società importatrice in particolare di prodotti di ceramica artistica. Il nostro intendimento è che questo concorso premi degli oggetti che abbiano un riscontro reale nella produzione e che possano agevolmente entrare nel mercato". A tale proposito Morlin spiega che è stata accolta una proposta dell'Associazione artigiani, per la quale gli oggetti partecipanti al "Concorso internazionale della ceramica" di Nove, potranno essere messi in visione agli imprenditori ceramisti che avranno la possibilità di contattare gli autori delle opere per poi proporre i primi prototipi già alla edizione di settembre del "Macef", il salone fieristico specializzato di Milano. A far parte della commissione giudicatrice del concorso, che ha per tema un oggetto contenitore "zoomorfo", ci saranno anche il professor Cesare Sartori, artista di fama locale già docente dell'istituto d'arte, la dottoressa Katia Brugnolo (conservatrice del museo civico di Nove); nominata dalla Camera di commercio, Flavio Cavalli (imprenditore ceramista) in rappresentanza dell'associazione artigiani della provincia, Siro Gheller (imprenditore ceramista e componente del Consiglio nazionale ceramico) per conto di Apindustria di Vicenza. Le iscrizioni per la seconda edizione del più prestigioso concorso di Nove, sono in tutto 370 e sono arrivate da tutto il mondo. 220 sono i concorrenti appartenenti alla categoria dei professionisti e designer, mentre 150 sono gli iscritti per la categoria degli studenti di scuole artistiche o di "design" o studenti universitari. Una quarantina di concorrenti hanno dato la loro adesione addirittura da Nuova Zelanda, Australia, America Latina, Giappone, Africa.

A BADALUCCO ESPOSIZIONE DI CERAMICA ARTISTICA Dai segreti del Giappone le opere con tecnica raku
(la stampa) BADALUCCO La tecnica raku è protagonista della mostra "Arte & artigianato nei prodotti della Scuola di ceramica di Badalucco" inaugurata nel centro della Valle Argentina. Il raku è una particolare tecnica di lavorazione della ceramica nata in Giappone nel XVI secolo, conseguenza della necessità di una cottura rapida delle ciotole per la cerimonia del té dovuta alle crescenti richieste. Le opere esposte sono quelle di nove artiste che hanno frequentato la scuola sotto la guida di Ivana D´Apice, Beatrix Brauen e il sanremese Roberto Anfossi. Sono stati anche realizzati, oltre a busti, vasi, opere di pop-art, progetti collettivi come un pannello ricordante la tragedia delle Torri gemelle di New York, e un altro riproducente San Giorgio (patrono di Badalucco) e il Drago. Entrambi, a mostra terminata, saranno sistemati rispettivamente nella sempre più ricca Galleria a cielo aperto e nell´androne del Palazzo comunale. "La Scuola di ceramica di Badalucco - spiega il sindaco Romano Bianchi - nasce da una nostra idea al fine di promuovere e rilanciare l´artigianato artistico in Valle Argentina per creare occupazione. Siamo così passati al progetto `´Botteghe artigiane´´ con la creazione di diverse botteghe artigianali attraverso la ristrutturazione di locali di proprietà comunale da concedere per un certo periodo gratuitamente ad artigiani e artisti". Il laboratorio per la lavorazione della ceramica era stato realizzato con fondi concessi dall´Amministrazione provinciale allora retta dal senatore Gabriele Boscetto. Così nel 2000, con fondi europei, venne organizzato un primo corso di ceramica diretto da maestri della maiolica di Gualdo Tadino (Umbria) come Fulberto Frillici, Costantino Pennacchioli e Bruno Nati. La mostra resta è aperta nei festivi e prefestivi dalle 15 alle 18,30.m. c.

CERAMICA ARTISTICA, UN CONVEGNO AD APRILE (la stampa) DERUTA - L'amministrazione comunale sarà parte attiva del convegno "La ceramica umbra per un artigianato artistico di qualità", in programma il prossimo 12 aprile in città. Insieme al sindaco Mastice ci saranno i primi cittadini di Gubbio, Gualdo ed Orvieto; parteciperà all'iniziativa anche l'assessore regionale Ada Girolamini, Nadia Gagiotti (funzionario della Regione) e il derutese Franco Cocchi, esperto ceramologo. Prima del convegno Mauro Mastice farà gli onori di casa e guiderà gli ospiti in una fabbrica, in cui saranno spiegate tutte le fasi lavorative di un tipico oggetto di ceramica. Successivamente ci sarà una visita al Museo regionale, quindi si terrà un convegno nella consueta sala Sant'Antonio. La mattina seguente, alle ore 10 nella sala-conferenze del Museo della ceramica, importante riunione del consiglio direttivo dell'Aicc (Associazione italiana comuni della ceramica). o STELLETTE - Avvicendamento alla caserma dei Carabinieri. Lascia dopo quattro anni di buon lavoro il maresciallo Massimo Trementozzi, che viene trasferito alla Compagnia di Spello. Al maresciallo, che lascia un buonissimo ricordo nella città della maiolica, i migliori auguri di buon lavoro. G.L.Z.

Uova di ceramica in mostra
(r. b.) (il giornale di vicenza) Sono un'ottantina e tutte splendide, sono le "Uova in ceramica" esposte in questi giorni a Nove per la quarta edizione della rassegna dedicata a questo tema, realizzate da una trentina di artisti. Una proposta originale che ha catturato l'interesse molto oltre i confini veneti. Basti pensare che esemplari di uova in ceramica sono arrivate per questa rassegna da Catania e Genova, senza contare la gradita presenza delle uova 'inventate' e decorate dagli allievi dell'accademia di belle arti "Cignaroli" di Verona. La rassegna, proposta dall'associazione "Terra di ceramica", con la collaborazione del Comune e della pro loco, è allestita in sala De Fabris, fino al prossimo 7 aprile (apertura tutti i giorni 15,30 - 19, festiva anche 9 -12, lunedì chiuso). Il percorso tra questi simboli della prosperità pasquale inizia con gli oggetti decorati in stile '800, con le classiche composizioni floreali policrome che hanno dato celebrità alla produzione ceramica novese. Poi, via, via, nella mostra sono accolte uova realizzate con le più diverse tecniche ceramiche, ma anche con le idee più originali. Unica ad esempio l'idea di trasporre l'albero genealogico della famiglia Toniolo "Tanasio", in una composizione di uova grandi e piccole. Carla Toniolo ha creato un grande uovo, simbolo dei capostipiti della famiglia (Maria e Toni Tanasio), e qui ha inserito il volo di altre uova tante quanti sono i figli, con l'aggiunta di farfalle (i nipoti) e di lievi biglietti colorati (i pronipoti). Sempre affascinanti poi le uova realizzate con ossidi, smalti e impasti ceramici ricercati, frutto dell'esperienza plurisecolare dei ceramisti di Nove.